Monaco – Juventus: campioni e semi-dei

Scrutavo il campo al termine della partita di ieri, dove passeggiavano giocatori tristi, felici, soddisfatti o amareggiati, in base alla maglia indossata.

Ho visto il principato ringraziare i suoi uomini, un Monaco protagonista di un risultato che, a prescindere dall’esito della gara allo Stadium, con un calcio nuovo, elettrizzante, propositivo, ha stregato tutta Europa ma non la Juventus, che con lo 0 – 2 di ieri sera al Louis II, mette una seria ipoteca su Cardiff e continua a portare avanti il sogno Champions.

Ho visto il volto soddisfatto di uno che di nome fa Gonzalo e che di goal ne fa tanti e pesanti, uno che fa male alle squadre, uno che quando gioca si emoziona e fa emozionare, uno a cui danno del non decisivo in Europa e infila una doppietta in una semifinale continentale. Higuain, solitamente, è questo.

Ho osservato Dani Alves, che se lo incontri per strada pensi sia venuto fuori da una bisca clandestina dei bassifondi brasiliani meno raccomandabili… ma poi lo senti parlare, lo osservi giocare e gli vedi inventare cose a cui non potresti credere se non vedendole. Lo guardi negli occhi e lo capisci subito che è uno disabituato a perdere, che della sconfitta non ha il minimo timore reverenziale.

AS Monaco vs Juventus FC

Ho visto Allegri azzeccare ancora una volta l’impostazione tattica di una partita che va come lui aveva programmato, come lui voleva che fosse.

Ho visto tanti uomini, tanti campioni, tanti giovani ma una sola semi-divinità, che prorompente come un dio lo era davvero e, cucito addosso, uno status quo, una gerarchia, un’innegabile classificazione di categoria: il numero 1. Quando a proteggerle è Buffon, la porte dei campi di calcio sembrano improvvisamente ridimensionarsi, restringersi, soprattutto in Europa, dove la Juve, grazie a lui e ad una squadra che attacca in 10 e in 11 difende, non prende goal da 6 gare ( 621 minuti ).

Mi chiedo ancora a cosa abbiano pensato il talentuoso Mbappé, Falcao e Germain, ogni volta che Gigi ha strappato dalle bocche monegasche l’urlo del goal, provo a darmi una risposta e mi convinco che l’unica possibile è anche quella più evidente e meno opinabile: Buffon è il numero uno, soprattutto in Francia, dove l’estremo difensore ha compiuto parate di spessore mondiale.

gigi-mondiale

Ho provato a scrutarlo ancora meglio: d’un tratto si ferma, si poggia una mano sulla fronte per proteggere gli occhi dai fari abbaglianti dello stadio e cerca sugli spalti la sua compagna, la trova e sorride: sta tornando uomo, perché la partita è finita, il Buffon lo ha già fatto. Almeno per qualche giorno, può ritornare ad essere semplicemente Gigi … l’ uomo che spesso e volentieri gioca a fare il semi-dio.

Fabio Privitera

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