Centuripe, piccolo centro della provincia di Enna, balcone panoramico sulla Sicilia orientale, fucìna di talenti e ahimè, vaso di Pandora traboccante di complicazioni, un contesto piuttosto delicato divenuto però, in un curioso paradosso, terreno fertile per le arti, una su tutte la musica, accompagnatrice di numerosi giovani nel loro percorso di crescita.
Non è il primo né l’ultimo caso in cui il gene artistico di una comunità viene stimolato dalle sue piccole o grandi problematiche più che dalle sue pregevolezze. Centuripe, oltre ogni difficoltà, ha sempre promosso il suo marchio musicale, sponsorizzandolo attraverso numerose occasioni d’incontro e confronto musicale, esempio ultimo in ordine di tempo, il Concorso Musicale Nazionale Fratelli Camerano, organizzato dall’associazione Éthos, che dal 15 al 21 maggio ha coinvolto, da varie parti della Sicilia, musicisti di ogni genere ed età.
La musica come bàlia, nutrice, protettrice, maestra di vita, figura colma di significati e di precedenti illustri. Si pensi alla bàlia di Ulisse, l’unica capace di riconoscerlo al ritorno nella sua Itaca, o ancora, alla nutrice di Umberto Saba, a cui il poeta triestino fu fortemente legato, un rapporto intenso poi riversato in molte delle sue raccolte. Proprio come Ulisse e Saba, anche Centuripe ha una sua bàlia per non essere in balìa della storia, la sua àncora per esserci ancóra, la giusta metà per raggiungere la giusta meta, tutte questioni di accento che nella lingua come nella musica e nella vita, hanno sempre fatto, e probabilmente sempre faranno, una sostanziale differenza.
Fabio Privitera
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