Non si parla di parcheggi multipiano, non si tratta di aeroporti, non si tratta di presunti reperti seppelliti chissà dove, si tratta di una realtà molto più vicina a realizzarsi di quanto sembri. Il pericolo o, evitando di esprimersi per partito preso, la presunta “opportunità” di una discarica nel territorio centuripino, nello specifico la contrada Muglia, è più avanzata di quanto pensassimo. Ebbene, si proveranno ad analizzare alcuni aspetti che, ci consentiranno i pro discarica, sono quantomeno discutibili.
Il primo riguarda la clamorosa faglia nell’informazione da parte della giunta. Nonostante non si inneggi ad alcun tipo di complotto, la decisione e leggerezza con la quale è stata gestita l’informazione della cittadinanza riguardo la discarica, non può certo pretendere di strappare applausi. Un sindaco e le figure di cui si circonda, dovrebbero essere i rappresentanti di un pensiero, quello della comunità e, nel caso di un’opera straordinaria quale una discarica, consultarsi o anche semplicemente informare sulla possibilità che tale opera possa nascere, è un gesto tutt’altro che banale e, abbiamo avuto modo di capire, tutt’altro che scontato. Se poi si pensa che dell’annosa questione si parla da Agosto ed è stata letteralmente scoperta e messa in luce in primis dalle indagini di SiciliAntica e poi dalla sezione Centuripina del Movimento 5 Stelle, si comprende perché il problema o errore comunicativo, suscita di per sé i primi dubbi.
La seconda perplessità riguarda l’ampiezza dell’impianto che cozza spaventosamente con le direttive del governo Musumeci, secondo cui le dimensioni della discarica devono essere tarate in base al territorio servito, in questo caso un impianto su scala provinciale. 300 ettari sono tutt’altro che una scala provinciale e una dimensione proporzionale se si considerano i comuni coinvolti; parliamo di 500 campi da calcio e poco importa se solo una parte verrà impiegata per la piattaforma. Circa 1000 tonnellate al giorno di rifiuti, una vasca da 2 milioni e 800 mila metri cubi con la possibilità di gestire 300 metri cubi al giorno di percolato. L’idea, perdonatemi, non mi entusiasma.
La terza perplessità riguarda invece il mancato rispetto, già in partenza, dell’Art.17 L.R.9/2010 comma 3, che riguarda la distanza necessaria di 5 km di queste opere dai centri abitati. Il Centro “incriminato” in questione è quello di Catenanuova, distante solo 4,1 km, un elemento che avrebbe già dovuto portare al rigetto della proposta ricevuta dal comune di Centuripe e a cui invece è stato sostanzialmente dato un nulla osta, affidando la decisione al parere di organi competenti.
Infine c’è un’ultima perplessità e riguarda il tema stesso dei rifiuti. La criticità dell’argomento, le cifre da capogiro che lo riguardano e i soggetti coinvolti nella questione, riportano alla luce fantasmi del passato che non possono essere ignorati e che vengono incomprensibilmente ridimensionati da chi è favorevole ad un’opera che favorirebbe sì un circolo economicamente virtuoso ma che rappresenta una scelta anacronistica e pericolosa, soprattutto considerando elementi ambigui già nella fase di progettazione dell’impianto. Capirete dunque se, considerando che la zona interessata non è la Svezia ( stato pioniere nello smaltimento dei rifiuti ) ma la Sicilia, la prospettiva di una mega discarica ( non giriamoci attorno con tecnicismi e formule abbellite) non ci fa impazzire.
L’unica certezza in questa valle di dubbi e chissà, presto di rifiuti, è che ci muoveremo in ogni direzione democratica e prevista dalla legge per informare e mobilitare la cittadinanza su questo ennesimo tentativo di scempio.
È stata utilizzata l’espressione tanto rumore per nulla, consentiteci di avere dei dubbi a riguardo. Agli organi competenti l’ardua sentenza.