Giovanna Corrao è una professoressa di letteratura italiana e filosofia di Palermo. La docente, in seguito all’agghiacciante vicenda del branco di ragazzi che hanno stuprato una 19 enne, in una diretta sulla sua pagina Facebook ha detto tutto ciò che nessuno ha avuto il coraggio di dire sui genitori dei nostri tempi e sul fallimento del sistema educativo familiare. Il suo discorso, che andrebbe trasmesso in tv, nelle scuole, nelle case e ovunque possa avere diffusione, mi ha colpito per la lucidità, per questo ho pensato potesse essere utile riproporne i 9 punti salienti.
1. Un mondo disabituato alla verità
“Mi corre l’obbligo di dirvi la verità in faccia, perché se non ve la dico io tra di voi non ve la dite la verità, perché siete talmente disabituati alla verità, talmente assuefatti all’ipocrisia che la verità manco la volete sentire, neanche quando te la dice la tua coscienza allo specchio, perché ogni mattina quando ti guardi allo specchio tu te la dici la verità, è che te la dici con gli occhi e non con la bocca“.
2. Essere genitori e insegnanti richiede energia
“Il 13 settembre ricomincia la scuola e noi dobbiamo essere carichi a pallettoni. Cosa vuole dire carichi a pallettoni? Vuol dire avere energie da spendere, da dare e nona fondo perduto perché le energie che si spendono per aiutare il prossimo non sono mai a fondo perduto“.
3. Il progetto genitoriale ha fallito
“Siete, siamo un branco di falliti, una società per cui l’educazione civica è un concetto astratto, di concreto c’è che i nostri figli violentano le ragazzine e quindi qualcosa è andato male negli ultimi 30/40 anni nel progetto genitoriale. Siamo in emergenza sociale e non riguarda solo il caro benzina o la soppressione del reddito di cittadinanza, ma riguarda l’emergenza educativa: se succedono questi episodi siamo un branco di falliti, tutti noi“.
4. La privacy per bambini e adolescenti non deve esistere
“Andate facendo i vostri fatti e i vostri figli li lasciate soli davanti ai cellulari. I vostri figli li dovete controllare e non venite a dirmi “il bambino ha bisogno della sua privacy”, quale privacy? Il bambino, l’adolescente privacy non ne ha, perché siamo noi responsabili die nostri figli, a casa e a scuola. Siamo noi i tutori di ciò che fanno. Il fallimento è il nostro anche quando non abbiamo controllato abbastanza, non abbiamo fatto controlli per vedere a quali piattaforme si iscrivono per fare cose lecite o non lecite. Inutile che vi scandalizzate: i vostri figli le fanno queste cose“.
5. Il senso civico è fuori moda
“Mettete in tasca l’eventualità di non conoscere i vostri figli; loro fuori non si comportano bene perché fuori, dimostrare senso civico, rispetto per gli altri, equivale ad essere dei coglioni, deboli, ad essere delle persone che non contano nulla e allora fanno gli stronzi e si comportano come bulli. Si anche tuo figlio lo fa, e anche tua figlia“.
6. Non ve l’ha prescritto il medico di fare figli
“Non basta mettere al mondo un figlio per essere genitori, lo si diventa. Se non ci riuscite, non abbiate vergogna ad iscrivervi a qualche corso, ne guadagnereste in onore e in dignità. In questo momento la società è fatta da questi ragazzini che girano in città fino alle 4 del mattino, che poi, cosa C**** fai fino alle 4 del mattino? Ti ubriachi. E voi dei locali, che gli date da bere, siete anche peggio e questi giovani pagheranno questo essere sbandati in termini di natura penale.
7. Conoscere i propri figli
“Il problema nasce a monte. Se fai un figlio lo devi seguire perchè non conosciamo i nostri figli e i nostri figli non conoscono noi. La comunicazione non funziona, il messaggio non passa, utilizzate dei codici sbagliati. Siete stanchi e io lo capisco ma non è possibile essere stanchi se fai il genitore o il professore. Anche io mi stanco ma lascio il cellulare accesso anche di notte perché, se un giovane non riesce a comunicare un problema ai genitori, può chiamare me. Conoscete i vostri figli. Conoscere non è ossessionare, ma sapere che quando noi non ci saremo, i nostri figli sapranno che strada percorrere”.
8. Certe ferite non si rimarginano
“Non volete capire che certi traumi sono troppo difficili da superare, ci vuole troppo tempo perchè la vita torni a farsi spazio nella non vita e sarà tardi e molte famiglie saranno costrette a cambiare città, a cambiare lavoro, è un dramma. La comunità educante non può essere una parola astratta ma un fatto concreto: apritevi gli occhi, immischiatevi, guardateli i figli in faccia e prima di farli uscire domandate “ma con chi te ne stai andando? Ma chi c’è in questa comitiva? Dovete dormire con un occhio aperto e uno chiuso. La sopravvivenza dipende dalla resistenza, la vita si fa spazio laddove le cose vanno in una certa maniera e per adesso non va nella giusta maniera“.
9. I bambini osservano i genitori e li replicano
“Il 13 settembre ricomincia la scuola. Venite a parlare con noi, credeteci, abbiate fede. Possono esserci disguidi, è normale ma ricordate, il nostro futuro è nelle nostre mani. Se si vuole fare un figlio, di lui ci si deve occupare. Niente carte a terra, niente cellulari a tavola, neanche voi, soprattutto voi, perché i bambini questo fanno: vi guardano. I figli ci guardano!“.
Molti virgolettati non riportano alla lettera le parole di Giovanna Corrao, per questi vi consiglio vivamente di guardare voi stessi il video in questione. Io ho trovato molto interessante questo intervento; basta infatti uscire a mangiare una pizza per capire che troppo spesso i genitori si dimenticano di essere genitori, distratti dai social, dal cellulare, dai propri c***i, incapaci di stare dietro ai propri figli. Pur non volendo sembrare superficiale, la domanda che sorge spontanea, forse banale ma che va dritta al punto è la seguente: ma perché li avete fatti, sti figli?
E voi? Come la pensate? Notate anche voi un sistema educazionale in estrema difficoltà? Fatemelo sapere nei commenti! Date un’occhiata alla sezione blog, potreste trovarla interessante.
Qui il video della diretta: https://fb.watch/mC8gR1yVEB/