Sebastião Salgado e Lélia Deluiz Wanick hanno tanto da insegnarci. A volte osserviamo impassibili il mondo che avanza, ci sentiamo piccoli e spesso inermi di fronte ai grandi cambiamenti che avvengono nella nostra società e nel nostro pianeta. La domanda che spesso ricorre è: cosa posso fare io per questo pianeta? Un dubbio più che lecito a cui ho provato a sottopormi io stesso, non andando oltre quella che sarebbe la risposta dei più, ovvero “poco”. Eppure tutto è cambiato quando, spulciando sul web, ho trovato questa straordinaria notizia.
Sebastião Salgado, personaggio noto per pubblicazioni e premi per il fotogiornalismo, è da poco rientrato da una provante esperienza che lo ha portato a documentare il genocidio in Ruanda. Tornando nella sua casa, in Brasile, si accorge che l’opera di deforestazione e devastazione del territorio è stata scioccante; ritrova una terra arida, spoglia e priva di fauna. Viene pervaso dalla tristezza ma sua moglie, Lélia Deluiz Wanick Salgado ha un’idea, forse pazza ma unica: ricreare quella foresta.
Fondano cosi Istituto Terra con l’obiettivo di riforestare quella terra. “C’è un solo essere che può trasformare l’anidride carbonica in ossigeno, che è l’albero. Dobbiamo ripiantare le foreste“. Piantano così oltre 4 milioni di alberi e ricostruiscono un intero ecosistema: tornano così 172 specie di uccelli, 33 specie di mammiferi, 293 specie di piante, 15 specie di rettili e 15 di anfibi. Adesso è tornata la foresta e il buonumore di Salgado e della moglie.
Sebastião Salgado e Lélia Deluiz Wanick ci hanno insegnato che ognuno di noi può avere un ruolo nella salvaguardia dell’ambiente, dal rimprovero per la bottiglietta lasciata in giro da un amico, alla sensibilizzazione della nostra cerchia sociale, agli atti pratici per ricreare un ecosistema. Ognuno di noi può fare la sua parte, anche se il problema sembra troppo grande. Crederci non è facile, è necessario, per continuare a vivere in un mondo sostenibile.