Amore e furto: De Gregori canta Bob Dylan

Immaginate di essere un grande cantautore italiano e di ammirarne fortemente un altro d’oltreoceano. Siete estasiati dalle sue melodie, dai suoi testi, tanto da cimentarvi nella registrazione di un album in cui incidete alcuni dei suoi brani che più amate. Entrando più nello specifico, immaginate che voi siate Francesco De Gregori, che il vostro idolo sia Bob Dylan e che abbiate deciso di intitolare questo album “Amore e furto – De Gregori canta Bob Dylan” perché oggi è proprio di questo che parleremo, appoggiandoci ancora una volta a Sky Arte, fonte principale dell’intero articolo.

Il titolo: Amore e furto 
 
Già il titolo stuzzica, presentando l’accostamento tra due parole che apparentemente sembrano avere poco o nulla in comune: amore, che rispecchia in un certo senso la profonda ammirazione per Dylan e furto che ha davvero poco a che fare con il senso letterale del termine. “Il furto – spiega De Gregori- è in fondo una forma di amore se ciò che si ruba viene rielaborato con nuove forme, con nuovi contenuti”- poche parole che sembrano dare una panoramica ben delineata dei motivi e degli stimoli che hanno portato il cantautore romano a questo tributo.
Stefano Pistolini, critico musicale, rafforza lo stretto collegamento tra Dylan e il furto, inteso come indebita appropriazione di liriche o frasi di altri:  “Dylan ha sempre ammesso senza alcuno scrupolo la sua colpevolezza, non capiva perché gli dovesse essere negato di prendere in prestito una frase che a lui piaceva tanto”
“La stessa Buonanotte fiorellino – aggiunge De Gregori – la composi basandomi su un brano di Dylan poco conosciuto, Rainy day woman #12 & 35. Diciamo che gli devo un sacco di soldi” conclude simpaticamente.
 
De Gregori “traduce” Dylan 
 
“Quando traduci un brano, devi tenere conto di tre cose: il significato, il suono e la ritmica vocale. Spesso però non puoi averle tutte al 100%, magari ne prediligi una e ne trascuri un’altra”. 
De Gregori è cosciente che arrangiare brani di un altro artista, soprattutto se si tratta di Dylan, è un’impresa delicata ma che rappresenta un piccolo grande patrimonio di traduzione, operazione, questa, fondamentale per i nostri orizzonti musicali: “se oggi abbiamo molti brani stranieri, è perché qualcuno, in passato, si è preso la briga di tradurli e, qualche volta, tradirli”. Ad esempio –  per  dare una dimostrazione pratica di questa opinione – sweetheart letteralmente starebbe per cuore dolce, che non renderebbe allo stesso modo nella nostra lingua, così ebbi un’ intuizione e lo tradussi più liberamente in angioletto, che rende più l’idea.
 
Via della povertà: l’incontro con Fabrizio De André 
 
Via della povertà, è una ballata di Dylan ( Desolation Road ) che avevo già tradotto nel ’73, inserendo nel testo cose che non c’erano in origine. La maturità mi ha portato a ritradurlo quasi completamente avendo capito che non si trattava di variazioni innocenti. Fu grazie a questo brano che incontrai De André”. Dopo questa premessa dello stesso Francesco De Gregori,  torniamo ad affidarci alle parole di Stefano Pistolini per l’aneddoto in questione: “De Gregori cantò Desolation Row, per la prima volta, al Folk, un locale di Roma in cui faceva gavetta. Ad ascoltarlo c’era De André che rimase incantato da quel pezzo, tanto da voler sapere di più su Dylan”. 
Una passione irresistibile coinvolge il poeta De André che, figlio della cultura francese, vide nella musica di Dylan nuove prospettive e orizzonti.
La vicinanza tra De Gregori e Dylan
 
Pistolini vede chiaramente il punto di contatto tra i due cantautori, una musica che anche se non è della stessa nazione, può parlare la stessa lingua: “Che si parli di società, di amore o di musica, Dylan rappresenta al meglio il concetto di profondità, sempre percorso anche da De Gregori. Il bisogno inappagabile di libertà fa rincorrere ai due cantautori la stessa idea: scrivo canzoni e le suono”
Inoltre l’alchimia fra i due sembra essere evidenziata da una paterna riconoscenza musicale a Dylan, che De Gregori non ha mai mancato di ammettere fieramente e che si concretizza in Amore e furto, l’epilogo di un ciclo da sempre consolidato nella vicinanza poetica tra i due. Questa la tracklist del disco: “Un angioletto come te” (“Sweetheart like you”), “Servire qualcuno” (“Gotta serve somebody”), “Non dirle che non è così” (“If you see her, say hello”), Via della Povertà” (“Desolation row”), “Come il giorno” (“I shall be released”), “Mondo politico” (“Political world”), “Non è buio ancora” (“Not dark yet”), “Acido seminterrato” (“Subterranean homesick blues”), “Una serie di sogni” (“Series of dreams”), “Tweedle Dum & Tweedle Dee” (“Tweedle Dee & Tweedle Dum”), “Dignità” (“Dignity”).

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